![Come "io ti penso, [...] com'io ti sento"...](/images/per_testi/come_io_ti_sento.jpg)
Studi scientifici di più ambiti disciplinari (v. per esempio, dell'ambito neuroscientifico, V. Gallese, Corpo non mente. Le neuroscienze cognitive e la genesi di soggettività e intersoggettività) mettono in luce che l'intersoggettività fonda, crea l'identità. Nei Colloquii coi personaggi, di L. Pirandello, il carattere letterario del dialogo tra il protagonista e sua madre defunta ci parla, con drammatica, potente suggestività, dell'intersoggettività come sfera in cui la realtà individualmente vissuta si genera:
– [...] tu che mi sei stato sempre lontano, così da lontano, pensatemi ancora viva! Non sono io forse viva sempre per te?
– Oh, Mamma, sì! [...] Viva, viva, sì [...] se per pietà mi fosse stato nascosto, potrei ancora ignorare il fatto della tua morte, e immaginarti, come ti immagino, viva ancora laggiù, seduta su codesto seggiolone nel tuo solito cantuccio, piccola, coi nipotini attorno [...]. Ma io piango per altro, Mamma! Io piango perché tu, Mamma, tu non puoi più dare a me una realtà. [...] Ora che tu sei morta, io non dico che non sei più viva per me [...] e viva sempre sarai finché io sarò vivo; ma vedi? è questo, è questo, che io, ora, non sono più vivo, e non sarò vivo per te mai più! Perché tu non puoi più pensarmi com’io ti penso, tu non puoi più sentirmi com’io ti sento! (L. Pirandello, Colloquii coi personaggi)
